INTRODUZIONE

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  Carlo Furlan
Legambiente Volontariato Verona

 

Legambiente colloca questa iniziativa all’interno di un anniversario per noi importante. Il 9 gennaio 1983 veniva fondata Legambiente Verona, che ha quindi 20 anni. Un’età importante; vent’anni nei quali Legambiente è cresciuta e si è fatta conoscere. Le battaglie che da subito hanno impegnato la nostra associazione sono state importanti e significative. Ricordo fra tutte il movimento antinucleare negli anni 80, ricordo l’impegno contro l’inquinamento della Lessinia e delle falde acquifere a causa dell’allevamento industriale suinicolo, ricordo le campagne di Cigno azzurro per la tutela delle acque del Garda dai danni provocati dal collettore, ricordo le battaglie per la qualità dell’aria. Nel secondo decennio Legambiente ha saputo affiancare a un’ attività battagliera, di critica, qualche volta di denuncia anche una seria, continua e costruttiva attività di proposta. E non solo proposta teorica, ma anche concreta, gestionale. Legambiente ha saputo, nel suo piccolo, farsi carico di alcuni problemi e individuarne una soluzione all’interno dell’impegno del volontariato, di centinaia di cittadini che hanno accettato le indicazioni dell’associazione. Vorrei ricordare l’ospitalità che viene, ancor oggi, data ai bambini di Cernobyl; l’iniziativa sul Monte Baldo: la caserma di Naole, un rudere, trasformato, in cinque anni di lavoro, in un centro di educazione ambientale. Ricordiamo l’iniziativa nel settore dei beni culturali: siamo intervenuti nel ‘94 nella gestione di Torre Lamberti, quando il Comune non aveva possibilità di assumere, e il lavoro volontario ha sostituito per otto anni il personale che non c’era e ha garantito l’uso di questo monumento simbolo della città. Un’ esperienza di volontariato che ora si è spostata alla chiesa di San Giorgetto e alle Arche scaligere. E infine ricordiamo quello di cui stiamo parlando oggi, forse l’impegno più significativo: il Parco delle mura. Dal ‘95 siamo impegnati nel trasformare quella che era una discarica, per di più abitata abusivamente, nel parco delle mura. Non occorre essere esperti o storici per rendersi conto che questo è un patrimonio incredibile, che poche città hanno. Ma nel 95, vi assicuro, i veronesi avevano rimosso dal loro immaginario l’esistenza stessa delle mura e dei bastioni. Vi assicuro che si siamo trovati con comitati che volentieri avrebbero cancellato con un sol tratto di penna la presenza stessa dei bastioni, perché questi comportavano il degrado sociale dei quartieri, la presenza della droga, della prostituzione, dell’abitazione precaria e abusiva. Il fatto di affrontare questa situazione con il volontariato è stata, francamente, una pazzia. Quando con il comitato di San Bernardino ci siamo presentati dicendo “prima di protestare e raccogliere le firme” cerchiamo di fare qualcosa, non tutti hanno accettato la nostra proposta, non tutti ci hanno creduto. Eppure è stata una proposta vincente: almeno una parte di questo patrimonio, in otto anni di lavoro, è stata recuperata. Non è stato solo un lavoro sul territorio, ha coinvolto e ha messo di fronte alle proprie responsabilità tutte le autorità che sono interessate con questo tipo di problema. Abbiamo affrontato la questione a rovescio. Di solito un’associazione fa prima il convegno, parla del problema e poi man mano convegno dopo convegno, si comincia a trovare una soluzione. Noi abbiamo prima tentato con le nostre poche forze di affrontare il problema e adesso, dopo otto anni, siamo qui a parlare alla cittadinanza, che ringraziamo della presenza, a parlare agli amministratori e a quanti altri devono prendere atto che questo problema esiste e collocarlo nelle dovute dimensioni. In questi otto anni di lavoro dobbiamo molti ringraziamenti. Per primo, tra gli enti, alla Prefettura. Stranamente i primi finanziamenti sono arrivati dai soldi requisiti alla mafia. Per una legge che potremmo definire del contrappasso il Prefetto ha deciso i fondi che derivano dalla droga o dallo sfruttamento della prostituzione possono essere spesi per un recupero ambientale. Dobbiamo ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio che ha dato un ulteriore e congruo finanziamento che ci ha permesso di completare la sistemazione dei bastioni di San Bernardino e San Zeno; chi, dentro il Comune, ha creduto a questo progetto, per esempio l’Ufficio Valorizzazione Architetture Militari, l’Ufficio Giardini. Ringraziamo l’AMIA, che è l’ente col quale siamo convenzionati per la gestione del verde, e poi ringraziamo i volontari quelli che ogni giorno, o il sabato mattina si trovano lì a dare la loro opera, qualche ora o qualche giornata, però indispensabile a dare continuità nella gestione, pulizia, valorizzazione e adozione di quest’area. Tra questi ringraziamo soprattutto i ragazzi che vengono da tutta Europa e, possiamo dire, da tutto il mondo e che vedono in questa attività di volontariato una parte importante della loro vita e la danno con generosità. Non sempre i lavori che domandiamo loro sono lavori gratificanti.
Siamo qui e domandiamo ai relatori di rispondere, di affrontare questo argomento, domandiamo all’assessore Uboldi come nel piano regolatore le mura devono essere collocate; nel senso che quando si ridisegna la città non si può più pensare che ci sia una macchia verde e basta, ma bisogna dare delle funzioni, dell’uso, delle idee e soprattutto bisogna valorizzare questo patrimonio dell’umanità.
Vorremmo che venisse affrontato il problema che spesso si definisce della “proprietà”, noi, tutto sommato, pensiamo che non sia forse questo il problema più importante, il problema più importante è riunificare le competenze. Noi operiamo sul territorio, quindi al nostro livello le competenze si riuniscono, ma nel momento in cui dobbiamo interloquire con qualcuno noi abbiamo di fronte diversi assessorati, quindi vi parlo dell’urbanistica, ma vi parlo anche dell’assessorato ai giardini, di quello all’ ecologia, di quello allo sport, in alcuni casi, di quello al patrimonio in altri casi, e nello stesso tempo abbiamo l’AMIA per alcune funzioni, l’AGSM per altre funzioni, in qualche caso la Circoscrizione Centro storico ( e ringrazio anche questa perché da subito il nuovo Presidente ha creduto in questo progetto ed ha organizzato con Legambiente delle visite guidate alle mura restaurate e gestite da noi. Dicevo, quindi, la riunificazione di queste competenze, perché senza di essa anche la cosa più semplice diventa difficile, impossibile; realizzare una cosa che può essere, ad esempio, la sistemazione di una fontana o il taglio di un albero malato costa non tanto il lavoro in sé, ma uno sforzo incredibile per contattare, sentire, coordinare ed avere il nulla osta necessario, dato che, appunto, le competenze sono completamente differenziate.
Domandiamo, poi, soprattutto all’assessore Tamellini le idee che ci sono sull’uso di queste risorse. Io credo che la più grande area verde inserita nel tessuto urbano di Verona viene gestita e mantenuta se ha una propria funzione che deve essere chiaramente una funzione compatibile con la valenza storica, monumentale. d’arte e di cultura che c’è nelle mura di Verona.
Concludo dicendo quello che ci è venuto in mente lavorando a questo progetto: le mura magistrali sono tracciate nel ‘300 da Cangrande della Scala; diventate obsolete con l’introduzione delle artiglierie, sono restaurate e rafforzate con un secondo intervento dai Veneziani, da Michele Sanmicheli, con le nuove porte, i terrapieni, le rondelle, i bastioni. Dopo le distruzioni napoleoniche abbiamo avuto un terzo intervento, quello asburgico, un intervento importante, prezioso, rispettoso di ciò che era rimasto, pensiamo al raddoppio di Porta Nuova e al modo in cui è stato fatto, l’uso degli stessi materiali e dello stesso disegno; pensiamo alla costruzione dei bastioni in terra lì dove prima c’erano i bastioni sanmicheliani , il ricamo del muro alla Carnot e dell’opus poligonale, insomma un’opera eccezionale d’ arte e di storia. Eppure, dopo questo grande intervento, ancora le mura hanno visto in tutto il Novecento una fase di distruzione, non paragonabile a quella napoleonica, ma con esiti molto pesanti: fare l’elenco delle distruzioni che il Comune di Verona, non questa amministrazione, ha operato sulle mura di Verona fa venire la pelle d’oca, perché si parla di interramento dei valli, apertura delle brecce, posa in opera di condotte lungo tutti i valli; era molto comodo mettere lungo il vallo il collettore fognario e lì c’è ancora. Ed ancora la distruzione delle gallerie di contromina e da ultimo le opere per i Mondiali che hanno portato i manufatti di cemento armato a due metri dalle caponiere, quelle casematte di testa presenti in ogni bastione. Ora ci aspetta la quarta ricostruzione:dopo quella di Cangrande, quella dei Veneziani, degli Austriaci, noi proponiamo ai Veronesi, all’Amministrazione la quarta ricostruzione delle sue mura. I nemici cambiano, perché i nemici di oggi non sono più quelli che arrivano con l’esercito, ma sono quelli che arrivano con le ruspe, sono quelli che arrivano per costruire, quelli che fanno un uso indebito di queste aree verdi; ma la funzione delle mura è sempre la stessa, infatti questo incredibile manufatto serve per difendere la città e a dare alla città sicurezza e non il contrario, per dare alla città uno spazio e del verde. Quindi si rende necessaria una quarta grande, importante opera di ricostruzione, che abbia come obiettivo quello di ripensare questo patrimonio, valorizzarlo e dare a questo una funzione adeguata ai tempi, ai bisogni della città. E di questo siamo qui a discutere.